Kultur

Quando ­evaporammo tutti

Aus ff 15 vom Donnerstag, den 09. April 2020

LA COLONNINA
 

(gadilu) In questi giorni di sparizione collettiva ecco che riappaiono alcune cose in precedenza svanite. Prima che anche la voglia di leggere dileguasse (bisognerà -studiarlo questo fenomeno, al pari del tempo che all‘inizio sembrava infinito, e adesso si contrae sempre di più, tanto che riusciamo a fare sempre meno), prima che la voglia di leggere si perdesse, dicevo, ho ritrovato e fatto in tempo a rileggere “Dissipatio H.G” di Guido Morselli. Si tratta di un capolavoro totalmente atipico, scritto originariamente nel 1973, che riveste un ruolo direi unico (o comunque molto particolare) all‘interno del “canone” della letteratura italiana. Anche se dire all‘interno è improprio, ovviamente.

Per me Morselli ha un po’ lo stesso valore di un altro autore semisconosciuto, Silvio D’Arzo, con la sua “Casa d’altri” (Einaudi). Il primo, intanto, lo trovate in edizione economica Adelphi a 11 euro. Appuntatevelo, per quando riapriranno le librerie.

Ma di cosa parla, “Dissipatio H.G”? Le due -iniziali finali stanno per humani generis, volgendo quindi il titolo ad una comprensibilità più vasta, si tratta dell’evaporazione del genere umano. La trama è semplicissima: il tizio che fa da protagonista vorrebbe uccidersi, non ci riesce, torna a casa, e la mattina dopo nota che sono spariti tutti. Ma proprio tutti. Avrebbe voluto sparire lui, invece adesso il mondo è diventato un deserto, anche se in giro si trovano ancora i segni del genere umano appena scomparso, tiepidi quasi come l’impronta di un corpo in un letto vuoto.

“Con uno di quei suoi straordinari salti fantastici che hanno un gelo mentale matematico”, ha scritto Giorgio Manganelli, “Morselli ha rovesciato i termini di una corrispondenza cosmica. Il suicida è vivo, i vivi sono, non già morti, ma la morte”. Se vi immergerete nella profondità allucinata di questo testo, avrete la possibilità di avvicinarvi di molto alle sensazioni che stiamo tutti vivendo.

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