Weltweine, Teil 1: Wie schneiden Südtirols Weine im Vergleich mit den Großen ab?
Leserbriefe
Der Zeichner der Welt
Aus ff 18 vom Donnerstag, den 02. Mai 2019
Nachruf in ff 17/19 auf den Künstler Markus Vallazza
La morte è la conclusione, mia e tua, senza possibilità di contraddizione o di opposizione. Essa ci separa dall’individualità corporea. Ciò che rimane sarà la vita avuta in dono e i talenti consegnati alla nostra storia. Markus Vallazza.
Siamo stati amici di spirito, volontà espressiva che senza spostamento su traiettorie di tendenza e convenzione, segue lo stesso pensiero. Gli scrissi in una delle nostre lettere: È commovente quanto un uomo come te possa essere sensibile a qualcosa che in verità è appena alla ricerca di un primo germoglio. Ero una giovane donna che stava cercando tra i versi la giusta autonomia. Ma soprattutto la libertà di esistere tra pensiero e scrittura, senza il timore di ciò che rimarrà scritto e del suo confronto. Perché la coerenza invita a parlare anche senza riguardi. È cosa rara, in arte e letteratura. Mi è stato dentro ai pensieri come ogni giorno il fieno deposto nella greppia Markus. In una sua lettera mi consegnò una colomba con l’ulivo nel becco dentro a un’immagine blu. Non stava bene. Ma era evidente lo spirito capace, che dettava nell’epistolario queste parole: Sei tu, il tuo nuovo punto di partenza. Mai, mai trovare la terra ferma. Seppure anche il desiderio.
Ho sempre sentito la sua opera un esprimersi in versi, e nei suoi Canti odo l’aspetto fonico, l’immagine ritmica del loro linguaggio. A me che da fuori rimane di guardare dentro alla sua rappresentazione dell’essere umano, non è dato distinguere né il lessico, né la grammatica generale del suo segno incisivo sulla carta. Tuttavia Markus Vallazza mi è Maestro come pochi altri. Per imparare a leggere meglio, semplicemente. Così come la tecnica che Markus ha usato non permette dubbi o ripensamenti, a noi spettatori lui non permette l’incerto, poiché ha scritto di nuovo disegnando ciò che è già stato scritto. E non solo in letteratura, bensì richiamando alla memoria la nostra storia, quella di ieri, di oggi e anche quella di domani. Questo fa di lui una delle potenti espressioni che non avranno mai limite di tempo e di territorio.
Sia allora questa mia riflessione, anche un appello a chi di dovere.
Museion! Dacci la possibilità di incontrare Markus Vallazza. Mostraci la sua Divina Commedia. Mostracela tutta intera. Sentirai forte la nostra riconoscenza da fuori, e sarà senza confine anch’essa!
Nel frattempo rimangano di Markus questi primi versi del Canto XXI del Paradiso di Dante. „Ché la bellezza mia, che per le scale de l’etterno palazzo più s’accende, com’hai veduto, quanto più si sale.“
Roberta Dapunt, Pedratsches
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