Leserbriefe

Capodistria e Bolzano

Aus ff 22 vom Donnerstag, den 01. Juni 2023

In ff 19/23 berichtete ­Massimiliano Boschi über die italienische Minderheit in Slowenien

Boschi scheint sich im slowenischen Istrien wohlzufühlen. In der dortigen Zweisprachigkeit, die ihm in Südtirol abzugehen scheint. Boschi stellt fest, dass in Istrien die Menschen zwischen den Sprachen switchen. In Südtirol nicht? Boschi ist von Istrien fasziniert, er schreibt: „Nell’Istria slovena sembrano, innanzitutto, rendersi conto che difficilmente sarà il mondo ad adattarsi a comunità piccole e di confine e che rinunciare a utilizzare il passato come una clava e scegliere di dialogare invece che recriminare, migliora la qualità della vita ancor prima che della convivenza.“

Simon Constantini hat auf seinem Blog Brennerbasis­demokratie obige Feststellung folgendermaßen analysiert: „Ritengo che quella appena citata sia la frase dell’articolo che meglio riassume il Boschi-pensiero: la minoranza italiana in Istria è „realista“ e „buona“, perché arrendevole; essa ha capito che non bisogna aspettarsi troppo, che il mondo se ne frega delle minoranze e –ritornello – non si adatterà certo alle realtà plurilingui.“

Und Constantini ergänzt: „I sudtirolesi di lingua tedesca (e ladina, forse) invece sono ottusi, non vogliono dialogare e utilizzano il passato come una clava, mentre sarebbe ora di finirla, di rinunciare e far finta di nulla.“ Dem ist nichts mehr hinzuzufügen.

Wolfgang Mayr, Bozen

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